La seconda stagione di “Romulus”, la serie di Matteo Rovere ambientata nella “Roma pre-romana”, è più unica che rara per tanti motivi: è interamente girata in protolatino, propone una ricostruzione incredibilmente fedele della società arcaica, ed è una tra le prime produzioni italiane sostenibili targate Sky Original. Un progetto di prestigio, con un cast all’altezza, che di quel prestigio è matrice e fruitore. Nei panni del giovane Wiros, amico-rivale del protagonista, Yemos, Francesco Di Napoli ci si è calato con passione, e con una preparazione fisica e mentale che, per questa seconda stagione, si è fatta addirittura più intensa.
In uscita su Sky Atlantic il 21 ottobre, “Romulus 2” lascia presagire una ruota di battaglie, profezie, poteri contesi e conflitti intestini di cui Francesco ci ha parlato con orgoglio, animato dal desiderio di lasciare il segno in questo mondo del cinema in cui è da poco approdato.
Nei panni di Wiros, in questo secondo capitolo “co-re” della nuova Rumia, Francesco ci racconta la ferocia di un mondo che sottintende significati profondi, indici di un mondo che sembra tanto lontano dal nostro, ma che per certi versi, vagamente, lo richiama.
Qual è il tuo primo ricordo legato al cinema?
Il primissimo ricordo, ovviamente, è il cinema in sé. Ricordo che da ragazzo, quando avevo 13 anni, io e i miei amici ci andavamo ogni sabato, quello era il nostro punto di ritrovo, anche se non eravamo veramente appassionati di film. Ma il mio vero primo ricordo da quando sono entrato a far parte di questo mondo è la magia dei festival, principalmente Berlino, che è stato il primo per me.
Ad ottobre esce la seconda stagione di “Romulus”. Qual è stata la tua reazione quando hai letto i nuovi copioni?
Parto col dire che le sceneggiature non ci arrivavano tutte insieme, ma poco alla volta, cosa che poi si è rivelata positiva, perché piano piano, col passare del tempo, scoprivamo cosa succedeva. Comunque, già leggendo il primo episodio ero rimasto colpito e mi ero ritrovato immerso in quel mondo, in quell’epoca, in quei vestiti, in tutto.
Questa seconda stagione è parte del piano di Sky di diventare Net Zero Carbon entro il 2030, quindi è una tra le prime produzioni italiane sostenibili targate Sky Original. Che tipo di impatto ha avuto sulla tua preparazione ma anche sulla messa in piedi della serie stessa una produzione sostenibile? Qual è stato il tuo contributo alla “missione”?
Innanzitutto mi complimento con loro, perché è stata una grandissima iniziativa, e spero ne prendano atto tutte le produzioni, perché oltre al fatto di contribuire a fare del bene al nostro pianeta, o meglio “fargli meno male”, ti fa sentire bene con te stesso. Per esempio, io prima, lo ammetto, buttavo spesso le cicche di sigarette per terra, mentre adesso ci penso su 10 volte prima di fare una cosa del genere.
“Contribuire a fare del bene al nostro pianeta, o meglio, a fargli meno male”
Da svariati punti di vista, “Romulus” deve aver messo alla prova la pazienza e le abilità di cast e troupe: è interamente girata in protolatino, ambientata in un mondo arcaico e feroce con una ricostruzione scenica, contenutistica e gestuale basata su accurate documentazioni storiche. Com’è cambiato il tuo modo di affrontare le sfide di questo tipo di produzione tra la prima e la seconda stagione?
Ovviamente per la seconda stagione ero molto più preparato sia a livello del protolatino sia a livello fisico: riuscivo ad usare la spada con più facilità. Ad ogni modo, nonostante sapessi già più o meno cosa aspettarmi, questa seconda stagione è stata veramente tosta da girare, sia a livello recitativo e sia a livello fisico e mentale.
Il tuo personaggio, lo schiavo Wiros, subisce una maturazione notevole dalla prima alla seconda stagione: grazie all’amicizia di Yemos, passa dallo status di orfano debole e torturato, a fondatore e “co-re” della città di Rumia. Quale lato del tuo personaggio ti ha colpito di più a livello umano?
Mi ha colpito l’autorevolezza di Wiros: quando deve prendere delle decisioni, inizialmente sembra indeciso, ma poi diventerà sempre più autorevole. Questa è una caratteristica che in realtà avevo già incontrato interpretando un altro personaggio, ma questa volta l’ho affrontata in modo totalmente differente.
“L’autorevolezza di Wiros”
Il teaser della seconda stagione presagisce un futuro incerto per Wiros e Yemos: uno dei due è “il falso re” e solo il “vero re” potrà sopravvivere. Che tipo di nuove sfide e battaglie, sia fisiche sia morali, dobbiamo, dunque, aspettarci? C’è una parola-indizio che ti viene in mente per descrivere “Romulus 2”?
Questa stagione prevede molta, molta action: ci saranno parecchi duelli e battaglie anche abbastanza lunghe.
La parola-indizio di questo secondo capitolo secondo me è: conflitti interni.
“Non combattere per vendicare il passato, combatti per proteggere il futuro”: così si chiude il teaser. Ti riconosci in questo mantra? Qual è una battaglia per cui combatteresti?
Questa frase mi fa pensare alla voglia di combattere per i diritti che avranno i nostri figli e i nostri nipoti, di combattere, appunto, “per proteggere il futuro”.
Di solito, quando costruisci un personaggio, sei più razionale o emotivo?
In realtà entrambe le cose. Ci sono aspetti del personaggio che vanno studiati e preparati, ma ci sono altre cose per cui, a volte, devi essere istintivo, senza fare troppi ragionamenti, un po’ in base alla scena e al tipo di sentimento.
“…a volte, devi essere istintivo, senza fare troppi ragionamenti, un po’ in base alla scena…”
Cosa ti fa dire di sì ad un progetto?
Ovviamente considero chi c’è alla regia, ma più che altro è la sceneggiatura che mi deve entusiasmare.
Ce n’è uno nuovo a cui stai lavorando e su cui hai voglia di svelarci qualcosa?
Questo mese uscirà “Mina Settembre 2”, una serie Rai diretta da Tiziana Aristarco.
Qual è il miglior consiglio che ti abbiano mai dato?
Il miglior consiglio che ho ricevuto è stato: “il treno passa una volta”. Ogni volta che mi trovo in difficoltà, con qualcosa o con me stesso, penso sempre a questa frase, che mi fa ritornare coi piedi saldi a terra e continuare per la mia strada.
“Il treno passa una volta sola”
Un epic fail sul set.
Ce ne sono stati parecchi. Comunque, uno dei più divertenti è stata la volta in cui dovevo fare un discorso davanti ai re, bello fiero e autoritario, e nel mezzo del discorso bevevo vino (finto): nell’istante in cui stavo per bere, un insetto bello grande entrò nel mio bicchiere e io mi spaventai e mi misi a urlare nel bel mezzo della scena, e gridai “STOP!”.
Il tuo must-have sul set.
Le cuffiette per caricarmi prima di girare.
Qual è la cosa più coraggiosa che tu abbia mai fatto?
Forse la cosa più coraggiosa, ma anche la più stupida, che abbia fatto è stata scappare all’ultimo secondo da un albero che mi stava cadendo in testa, tutto questo per far risultare la scena più credibile.
Di cosa hai paura invece?
Di restare solo.
Il tuo più grande atto di ribellione?
Quando a 14 anni sono scappato di casa… Ma la fuga è durata un giorno [ride].
Cosa significa, per te, sentirsi a proprio agio nella propria pelle?
È importante sentirsi a proprio agio col proprio corpo proprio per non auto-giudicarsi. Quindi non per gli altri, perché del giudizio altrui dobbiamo fregarcene, ma per non sentirci a disagio con noi stessi.
L’ultima cosa o persona che ti ha fatto sorridere?
Mia madre.
La tua isola felice?
Palma de Maiorca o Tenerife.
Photos & Video by Johnny Carrano.
Styling by Angelica Corà.
Grooming by Adelaide Fiani.
Thanks to Rumors.
LOOK 1
Total Look: Family First
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Total Look: Kiton
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Total Look: Fred Perry