Il 65% della popolazione mondiale, ossia 7 miliardi e mezzo di persone, ha un’età compresa tra i 15 e i 60 anni e, considerando che più o meno la metà di queste sono donne, si può desumere che al mondo almeno 3 miliardi di persone abbiano periodicamente le mestruazioni. Nonostante questo numero così elevato, rendendo le mestruazioni un topic così ampio e comune, la divulgazione, la ricerca e l’innovazione su questa tematica è ancora fortemente arretrata. Pochi sono gli investimenti finanziari che vengono devoluti a questo tipo di ricerca e gli stigmi attorno alle mestruazioni sono ancora tanti, rendendo questo argomento un tabù ancora in molte parti del mondo. Le cose stanno però lentamente cambiando grazie a molte donne che, constatando un grosso problema di fondo – dalla mancanza di prodotti mestruali adeguati alla carenza di nozioni e conversazioni reali attorno al mestruo – stanno rivoluzionando finalmente la situazione.
Dalle fondatrici delle principali aziende responsabili di innovazioni che aiutano molte persone a trovare l’alternativa più adatta a loro, in sicurezza e con attenzione alla sostenibilità, alle attiviste che con le loro idee e coraggio sovvertono i sistemi e le fondamenta degli stigmi, ecco 5 donne che stanno trasformando la menstrual revolution.
Yanique Brandford, Founder e Executive Director di Help a Girl Out
Yanique Brandford è la founder e direttrice esecutiva dell’organizzazione non-profit Help a Girl Out, che si occupa di eliminare la period poverty nei paesi dei primo e terzo mondo attraverso l’accesso universale ai prodotti igienici per il ciclo mestruale. I 3 pilastri dell’organizzazione sono: fornire libero accesso ai prodotti riutilizzabili e monouso per le mestruazioni, impegnarsi a creare workshop per educare quante più persone possibili sulle mestruazioni, sulla salute uterina e sull’anatomia e creare campagne anti-tabù sul ciclo. Inoltre l’organizzazione lavora anche per smantellare le cause alla radice della povertà, che sono vergogna, stigma e mancanza d’istruzione, oltre a coinvolgere sempre più uomini nel movimento, in quanto spesso molti di loro sono ancora poco consapevoli di tutto ciò che gira attorno alle mestruazioni, oltre a non essere preparati ad affrontarle a a parlarne, sentendosi a disagio quando si tira fuori l’argomento.
Simone Godbout, Kiara Botha, Nadia Ladak and Harit Sohal, Founders di Marlow
Simone Godbout, Kiara Botha, Nadia Ladak e Harit Sohal sono le fondatrici di Marlow, organizzazione che si occupa di ridisegnare il design del tampone interno per le mestruazioni per agevolarne l’inserimento. Se fino a poco tempo fa le donne dovevano aiutarsi con vaselina e altri ingegni per riuscire a ottenere un’applicazione quantomeno non dolorosa, grazie a Marlow quei giorni sono finiti: i tamponi, che sono dotati di lubrificante, sono realizzati in cotone organico al 100%, e hanno un applicatore a base vegetale e un involucro compostabile progettato per essere utilizzato per un inserimento più comodo, cambiando così un piccolo gesto quotidiano che in realtà è molto più importante di quanto sembri per le donne. Attorno a questa invenzione però si è creata anche una comunità di persone che condividono lo stesso focus sulla salute riproduttiva e lo stesso obiettivo di costituirsi come spazio sicuro per l’innovazione. Marlow è dunque più di una semplice compagnia di assorbenti: è una comunità di educatori che lavora duramente per abbattere le barriere di queste conversazioni a volte imbarazzanti (ma necessarie) sulla salute mestruale e sessuale.
Maria Molland, CEO di Thinx
Dal 2013, Thinx si posiziona nel mercato come il leader più innovativo nella creazione di prodotti – quali mutande mestruali e biancheria intima – confortevoli e inclusivi per tutte le perdite della vita (dalle mestruazioniall’incontinenza), scatenando conversazioni considerate difficili e sdoganando l’immaginario che gira attorno alle mestruazioni. Dal sostituire nelle proprie campagne il classico “liquido blu” con il sangue al generare discussioni senza fronzoli o stigmi, Thinx ha contribuito enormemente a gettare le basi per dei dialoghi aperti e che normalizzino il concetto di mestruazioni, cambiando la narrazione intorno alla salute mestruale e vescicale e creando così un futuro orientato alle soluzioni che si muove oltre i tabù.
Cherie Hoeger, CEO and Co-founder di Saalt
Cherie, CEO e co-fondatrice di Saalt, ha creato il proprio brand dopo aver appreso che in Venezuela, luogo d’origine della nonna, in passato c’era stato un caro dei prodotti monouso per la salute mestruale che era durato anni, lasciando un intero paese sprovvisto di questi beni primari. Ma non solo: ancora oggi, oltre all’altalenante disponibilità di questo tipo di beni, anche la povertà dilagante di questi paesi continua a condizionare il futuro e il presente di tutte le donne, in una combo che influenza la loro vita quotidiana, dal dover saltare la scuola a causa delle mestruazioni, al non andare a lavorare in qui giorni. Così Cherie, ha voluto trovare una soluzione concreta a questo problema con la realizzazione di prodotti che si sostituissero a quelli monouso, ideando alternative sane per il nostro corpo e per l’ambiente, senza sacrificarne però il comfort: dalle mutande mestruali e le coppette fino ai dischi, che vanno inseriti sul collo dell’utero, ideali per coloro che hanno sensibilità alla vescica, un pavimento pelvico debole o una cervice bassa o alta.
Celia Pool, Co-founder di DAME
Celia Pool è la co-fondatrice e mente dietro a DAME, marchio sostenibile per le mestruazioni responsabile dell’invenzione del primo applicatore di tamponi auto-disinfettante e riutilizzabile al mondo. Dopo aver creato il proprio servizio di abbonamento che distribuisce prodotti mestruali a tutte le donne del Regno Unito, e dopo aver appreso la quantità di plastica e di sostanze chimiche che venivano impiegate nei regolari applicatori, Celia ha voluto fare un passo in più, lanciando nel gennaio 2019 il loro prodotto rivoluzionario. Un’invenzione che finora ha permesso di evitare lo spreco di oltre 350 milioni di pezzi di plastica monouso che sarebbero finiti nei nostri oceani (considerando che 100 miliardi di prodotti mestruali vengono buttati via ogni anno e la maggior parte di questi sono monouso e contengono una quantità disgustosa di plastica), proponendo un’alternativa sana per la nostra vagina.