“Giovani, Ricche e Vedove” è un audiolibro che unisce ironia tagliente, mistero e uno sguardo sincero sulle fragilità e le forze delle donne. Presentato al Salone del Libro di Torino, questo progetto Audible riunisce quattro interpreti d’eccezione – Carolina Crescentini, Ambra Angiolini, Ilaria Stagni e Fatima Romina Ali – che danno voce a protagoniste molto diverse tra loro, ma legate da un destino comune e da una sorprendente solidarietà femminile.
In quest’intervista, le attrici e doppiatrici raccontano cosa le ha attratte di questa storia e come hanno lavorato per dare profondità, sfumature e credibilità a personaggi complessi usando un solo strumento: la voce. Ne emerge un confronto sincero sul mestiere, sulla cura necessaria per raccontare bene, e su quella “sorellanza artistica” che può nascere anche a distanza, quando ognuna lavora con lo stesso obiettivo: costruire insieme un mondo credibile, vivo e coinvolgente.

Cosa vi ha affascinato di più nella storia di “Giovani, ricche, vedove” quando vi è stata proposta? E cosa vi ha convinte a dire “sì”?
Carolina: Mi è sembrato un progetto molto divertente e intelligente. Mi è piaciuta l’onestà con la quale ciascun personaggio dichiara immediatamente un giudizio sull’altra per poi ricredersi totalmente e crescere attraverso l’altra. Ho amato, quindi, il concetto di sorellanza che emerge dal testo.
Le vostre quattro protagoniste sono molto diverse ma legate da un destino comune. In che modo vi siete immedesimate nei loro conflitti interiori e nei segreti che custodiscono?
Ambra: Io mi sono immedesimata grazie alla nostra direttora, perché il doppiaggio, come l’audiolibro, è un’arte a sé. Questo lavoro non possiamo farlo tutti, bisogna studiare, avere una certa padronanza della voce e saper comunicare emozioni solo attraverso la voce. Per cui, è stato un viaggio bello proprio dal punto di vista personale, al di là di Meredith che è la “mia donna”. L’esperienza che ho vissuto è stata bellissima e vorrei che si ripetesse: Meredith magari è solo il primo parto!
Che tipo di lavoro vocale, tecnico o emotivo, avete dovuto fare per rendere ogni scena viva e credibile senza immagini?
Ilaria: Lavorare con loro, la mia squadra, è stata una gioia, un onore e una sorpresa incredibile. Sono attrici, per cui sanno fare questo lavoro: un attore dovrebbe essere un attore a 360°, quindi dovrebbe usare la voce come uno strumento musicale, e loro sono state in grado di farlo, ovviamente, con alcune accortezze. Ma quello è: “Just act”.
Dopo aver dato voce a donne così complesse, cosa vi portate dentro da questa esperienza?
Fatima: Ci portiamo l’esperienza e la consapevolezza che anche in situazioni paradossali, come i casi di omicidio, le donne, ieri come oggi, affrontano tutte le stesse perplessità, l’amore, la famiglia, la carriera. Questo forse è un comune denominatore per tutte le donne che incontriamo nel nostro percorso.
Questo progetto parla anche di empowerment e sorellanza. Vi siete sentite parte di una “sorellanza artistica” durante la lavorazione dell’audiolibro?
Carolina: Purtroppo noi abbiamo lavorato separatamente, perché, esattamente com’è scritto il testo, ogni capitolo è un personaggio. Quindi, è questa, in questo momento, la nostra occasione per stare insieme.
Il vostro libro del cuore da chi vorreste sentirlo raccontato?
Ambra: Wow, porca miseria! [ride] Io da quella meravigliosa persona che mi ha ispirata a fare questo mestiere: Lorella Cuccarini. Mi piacerebbe che mi leggesse il libro che mi ha formato l’esistenza, “La signorina Else” di Arthur Schnitzler. Letto da lei per me sarebbe un viaggio che ricongiungerebbe una serie di cose che ho provato.
Ilaria: Io “Maestro e Margherita”, letto da un attore con due palle così, come Pannofino o Favino.
Fatima: La mia richiesta in realtà è già stata esaudita, perché il mio libro del cuore sarebbe “Anna Karenina”, che ha già letto divinamente per Audible Anna Bonaiuto.
Carolina: Io vorrei che “Una vita come tante”, un libro meraviglioso per cui ho pianto tantissimo, venisse letto da Luca Marinelli.

Ambra, hai detto che Meredith rappresenta molti dei valori che difendi nella vita. Qual è stata la sfida più grande nel darle voce in un contesto così carico di tensione e ambiguità?
Crederci fino in fondo senza pensare al fatto che Meredith è una donna, che è omosessuale. I valori sono valori, non hanno un indirizzo di genere, e quando lo facciamo, di solito stiamo parlando di qualcosa che ghettizziamo noi per primi. Queste convinzioni sono radicate in me, perciò sono stata felice di incontrare Meredith: l’ho vista come una donna libera, che si esprime con coraggio, gentilezza, verità, si ricrede, soffre, sta male, continua a combattere in un modo tutto suo. È un personaggio che mi piace particolarmente, anche se avrei voluto fare quello di Carolina [ride].
Carolina, appunto, il tuo personaggio, Krystle è una donna forte e libera. C’è stato un momento particolare della narrazione in cui ti sei sentita completamente in sintonia con lei o totalmente distante da lei?
In sintonia, senza spoilerare troppo, quando ad un certo punto lei si concede “un futuro”. Mi è piaciuto questo azzardare, anche per il tipo di cultura dal quale lei viene, è molto coraggiosa come scelta. Tendenzialmente, lei non è invidiosa, però ha una parola per tutte, e quello non mi appartiene.
Fatima, il tuo personaggio, Justine, affronta il dolore e lotta per la verità. Come hai lavorato sulla sua voce per restituire queste sfumature emotive in formato audio?
Sicuramente sono stata aiutata dalla direzione di Ilaria, che di volta in volta ci accompagnava in questo percorso, anche per essere coerenti con la narrazione completa. Un po’ si attinge anche dalle proprie esperienze, poi, dal proprio bagaglio, come fanno un po’ tutti gli attori.
Ilaria, tu, quindi, oltre a interpretare Camille, hai diretto l’intero audiolibro. Com’è stato guidare un cast tutto al femminile in un’opera così densa e intensa?
È stato bellissimo, moderno, diverso. Io con loro mi sono sentita a mio agio, senza nessun filtro: verità totale, libertà assoluta, discutendo anche di opinioni contrastanti. È stata una collaborazione, perché è così che dovrebbe essere.

Photos by Luca Ortolani.
Thanks to Audible.
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