Nato dalla mente di Walt Disney, sognatore più famoso del mondo, e cresciuto tra gli schizzi dei celebri fumettisti Ub Iwerks e Floyd Gottfredson, Topolino (Mickey Mouse) appare per la prima volta agli occhi del grade pubblico il 18 novembre 1928 con il cortometraggio “Steamboat Willie” proiettato al Colony Theatre di New York. Siamo ormai all’inizio degli anni ‘30, momento in cui le immagini cominciano a fondersi con il suono decretando la nascita del cinema sonoro. In questa nuova forma cinematografica, che non abbandona la nobile arte del cinema muto ma lo potenzia dando alla narrazione un taglio più emozionale e conferendo alle scene un senso del ritmo nuovo, i primi cortometraggi animati riscontrarono un enorme successo. Ed è così che inizia la storia di un piccolo topolino che attraverso le sue vicende avventurose accompagna la vita di molte generazioni diventando il personaggio simbolo del mondo dell’animazione e non solo.
In occasione del suo 89esimo compleanno, scopriamo insieme alcune curiosità della vita di questo incredibile topolino:
La nascita di Mickey Mouse
Topolino non nasce nei sogni del signor Disney bensì da un suo simile della vita reale. Un topolino domestico che Disney teneva sulla scrivania del suo primo studio di animazione, il Laugh-O-Gram Studio, fondato nel 1922. Lo stesso Disney dichiarò di essersi particolarmente affezionato al piccoletto, tanto da costruirgli una vita ed un’identità nuova in un cartone animato. Il nome di battesimo era Mortimer Mouse, ma su consiglio della moglie, Disney lo cambiò in Mickey Mouse perché il nome da lui scelto era ritenuto un po’ troppo “macabro” per essere associato ad un cartone per bambini.
Un esordio difficile
La genialità dell’intenzione di Disney non fu colta dai grandi distributori hollywoodiani, i quali erano molto più interessati a distribuire film prodotti dalle grandi Major piuttosto che puntare sulla fantasia di un personaggio immaginario. E fu così che i primi anni della vita di Topolino furono piuttosto difficili. La sua primissima comparsa avvenne nel cortometraggio, realizzato il 15 maggio 1928, “L’aereo impazzito” in cui compare anche la protagonista femminile Minnie. Nonostante un discreto successo, il progetto non convince i distributori costringendo Disney a lavorare ad un altro corto intitolato “Topolino Gaucho”.
In questo progetto la figura di Topolino viene maggiormente umanizzata grazie all’aggiunta delle scarpe e viene creato un nuovo personaggio antagonista, ovvero il gatto Gambadilegno. Sminuito anche questo progetto, Disney prova l’ultimo tentativo realizzando il cortometraggio “Steamboat Willie” ispirandosi alle famose gag dell’attore comico Buster Keaton e aggiungendo la componente musicale. Le sonorità associate al carattere umoristico-grottesco dello stile della “slapstick comedy” decretano, finalmente, il successo tanto attesto del personaggio.
Tra fantasia e realtà
Anche se la fantasia e l’immaginazione sono gli ingredienti principali per lo sviluppo delle vicende del suo Topolino, Disney non dimentica mai il momento storico in cui vive. Infatti, se all’inizio le storie sono ambientate in un’atmosfera rurale a contatto con la natura, con il passare degli anni i paesaggi si trasformano catapultando il personaggio nei ritmi frenetici dell’emergente civiltà industriale.
Disney vuole comparare l’evoluzione del suo personaggio a quella di un americano medio affrontando le novità e i disagi che l’industrializzazione porta con sé. Questo verrà maggiormente enfatizzato quando con la nascita del nazismo e, con l’arrivo della seconda guerra mondiale, le storie saranno principalmente a sfondo bellico.
Il fumetto
Il suo primo fumetto venne pubblicato il 13 gennaio 1930 con la storia “Topolino nell’isola misteriosa”, creato da Disney e dal suo fedele braccio destro Iwerks. La seconda storia “Topolino e la valle della morte” (1930) viene animata dall’illustratore Gottfredson, che sarà il creatore delle narrazioni più memorabili fino al 1975. Grazie alla sua visione, Topolino si evolve: il personaggio diventato più saggio e perspicace si mette alla prova con vicende più avventurose a sfondo giallo senza mai però rinunciare alla comicità delle gag.
Gottfredson apporta anche delle lievi modifiche al viso all’abbigliamento. Negli anni ‘40 vengono pubblicati i primi fumetti in formato pocket “Walt Disney’s Comics and Stories” lasciando spazio all’influenza artistica di nuovi illustratori come Paul Murry, diventato poi assieme a Gottfredson, il principale disegnatore dei fumetti di Topolino.
Mickey Mouse Mania – Fashion:
La nascita e il successo di Topolino hanno influenzato non solamente il mondo del cinema e del libro ma anche l’atmosfera socio-culturale, celebrandolo come una vera e propria icona pop. Basti pensare ai primi gadget ed accessori ispirati alla sua immagine (il primo orologio dedicato a Topolino venne creato nel 1933) e a quella di Minnie, oppure ad intere collezioni che famosi designer gli dedicato ancora oggi.
Fra i casi più famosi possiamo fare riferimento alla futuristica collezione di Comme de Garçon, a quella ispirata alle principesse del mondo Disney di Dolce & Gabbana dal mood più romantico oppure a quella pop nata dalla collaborazione a quattro mani fra il designer Marc Jacobs e l’artista Damien Hirst. Bellissime anche le elegantissime stiletto firmate Loubouitin che con un dettaglio ricordano le orecchie di Topolino, oppure i delicati sandali di Anya Hindmarch.
Mickey Mouse Mania – Beauty:
Anche il beauty e il make up si sono lasciati trasportare da questo mondo fantastico, realizzando linee di prodotti ispirati al mondo Disney. Recentissime infatti le collezioni del brand coreano Face Shop e di quello americano Kiehl’s che hanno realizzato una linea esclusiva ispirata al personaggio di Mickey Mouse.
Mickey Mouse Mania – Arte:
Il mito di Topolino non si ferma qui. Anche il mondo dell’arte e del design hanno infatti omaggiato il capostipite dei cartoni animati realizzando delle interessanti opere d’arte. Dall’omaggio in stile pop firmato Andy Warhol, si passa alle installazioni luminose iper minimal realizzate dal designer Ingo Maurer, oppure alle gigantesche sculture di Claes Oldenburg fino a raggiungere il sarcastico umorismo delle opere di Damien Hirst.
Chi si aspettava che un personaggio di fantasia diventasse tutto ciò?
Come disse Disney nel 1954 “Spero che ci si ricorderà che tutto è iniziato con un topo”. Un riferimento culturale senza tempo, che in ogni sua manifestazione ci riporta con nostalgia alla nostra infanzia e ci fa tornare sempre un po’ bambini.