È facile riconoscere una girlboss quando la incontri. Una girlboss è una donna indipendente, che si è fatta da sola, di successo nella carriera e nella vita. È una donna brillante, ambiziosa e sicura di sé. È una donna gentile, umile, sinceramente interessata a chi sei e a ciò che hai da dire.
Io credo di aver incontrato la più girlboss di tutte: si chiama Kathleen Pierce, Global President di Dyson Beauty. Kathleen è entrata in Dyson nel novembre 2022, portando con sé una vasta esperienza nel marketing e nella costruzione di un brand. Durante la nostra chiacchierata nel futuristico store Dyson in Piazza Gae Aulenti a Milano, tra specchi illuminati, divani in pelle nera e gli eleganti dispositivi Dyson, abbiamo approfondito l’approccio dell’azienda alla beauty tech. Abbiamo esplorato come Dyson equilibri la strategia globale con i bisogni individuali e il suo impegno verso l’innovazione, sensibile in prodotti come il Dyson Supersonic r™, il Dyson Supersonic Nural™ e la nuova gamma di prodotti per styling Dyson Chitosan™.
Questa conversazione con Kathleen ha messo in luce come l’impegno di Dyson verso l’innovazione e il design, con sempre un occhio di riguardo al consumatore, sia guidato da leader che comprendono sia la scienza che l’anima del settore beauty.
Sei nel beauty da molto tempo, ma qual è il tuo primo ricordo legato al beauty?
Quando avevo 12 anni, mia nonna mi portò in un centro commerciale, al corner di un brand che conosceva e mi comprò i miei primi prodotti skincare: un detergente, una crema idratante e un tonico di Clinique. Sia mia nonna che mia madre erano appassionate di skincare, quindi quello fu il mio primo “momento beauty”. Curiosamente, ho fatto la stessa cosa con mia figlia quando aveva 12 anni: l’ho portata nello stesso posto a New York, stesso corner, persone diverse, e anche lei si è appassionata a questo mondo.
Ora sei Global President di Dyson Beauty, che opera in mercati e culture diverse. Come si bilancia una strategia globale con le abitudini e aspettative locali in fatto di bellezza?
Sai, quello che trovo interessante è che, nel nostro processo creativo, partiamo sempre dai problemi da risolvere. Gli ingegneri amano smontare le cose, capirle, ricostruirle e migliorarle. Facciamo studi sui capelli a livello globale – distribuiamo e vendiamo in 84 paesi – e impariamo tutto ciò che possiamo sul consumatore.
Dyson ha studiato la scienza del capello per 12 anni prima ancora di lanciare il nostro Supersonic™ o qualsiasi formulazione, perché volevamo capire tutto: la struttura del capello, la pelle, il follicolo e la salute del capello. Perché se vuoi creare un prodotto che non danneggi i capelli durante lo styling, devi sapere cosa può provocare il danno, giusto?
Cos’è “buono” e cosa non lo è?
Questa è la domanda da farsi, e la risposta viene dalla conoscenza di tutti i tipi di capelli – li categorizziamo da T1 a T4, ma ce ne sono molti di più che alimentano la nostra discussione. Partiamo sempre con una visione di ciò che vogliamo creare, ma ci assicuriamo che funzioni per tutti i tipi di capelli. E poi testiamo, mettiamo il prodotto nelle mani di consumatori diversi per vedere come lo usano, e quello plasma il nostro sviluppo. È un processo lungo. Il Dyson Supersonic r™, ad esempio, ha richiesto sette anni tra progettazione e sperimentazione.
È tantissimo.
Sì. Noi non seguiamo le tempistiche del marketing, ma quelle dell’invenzione. È difficile per un ingegnere “posare la matita”, loro amano risolvere problemi. Quando abbiamo lanciato il Supersonic r™, la prima domanda che James [Dyson] ha fatto ai designer è stata: “Cosa possiamo migliorare?” – lui pensa sempre a come ci si può evolvere, modificare, migliorare.
Secondo me, il mondo del beauty è fantastico perché i consumatori vengono da tutto il mondo, ed è una comunità molto eterogenea e molto espressiva, il che significa che riceviamo continuamente feedback su cosa cercano uomini e donne. È un elenco infinito di problemi da risolvere, il che è molto stimolante.

“Noi non seguiamo le tempistiche del marketing, ma quelle dell’invenzione.”
Cosa significa “innovazione” per Dyson Beauty nel 2025? E cosa significa per te?
La nostra dichiarazione di intenti è: “risolviamo problemi che gli altri ignorano”, ed è la nostra stella polare.
Non seguiamo le tendenze né ci guardiamo troppo attorno: guardiamo sempre avanti. Il punto forte di Dyson è che crea qualcosa che nessuno avrebbe mai immaginato. Guarda l’Airstrait™, ad esempio: chi avrebbe pensato che angoli d’aria di 45° potessero tendere e lisciare ciocche di capelli? Il nostro obiettivo è sempre immaginare qualcosa di completamente nuovo che nessuno ha ancora pensato, e partire da lì per l’invenzione.
Infatti, Dyson ha ridefinito la beauty tech. Cosa ha ispirato il passo verso la formulazione dei prodotti di styling della gamma Dyson Chitosan™?
Innanzitutto, sai cos’è la chitina? È una proteina che dà struttura e forza – ad esempio, è quella che rende resistente il guscio dei granchi. Noi abbiamo isolato la chitina. Volevamo qualcosa di modellabile, morbido e lavorabile, e l’abbiamo trovata in una fonte vegana: i funghi ostrica. Se prendi la chitina da questi funghi e la integri nella nostra tecnologia, ottieni struttura e flessibilità.
Per noi è stato un passaggio naturale: come dicevo, studiamo la scienza dei capelli da più di 12 anni, abbiamo ingegneri chimici, laboratori e capacità eccezionali. I chimici sviluppano formule e, appena vogliono testarle, possono semplicemente attraversare il corridoio e farle testare dagli ingegneri dei dispositivi – è una sinergia fantastica.
Questa volta, il problema da risolvere era la tenuta: come sai, dato che conosci bene il mondo del beauty anche tu, l’unico modo per fissare al 100% una piega è “bruciare” i capelli, cosa che noi non faremo mai. Con Airwrap™ usiamo l’aria a bassa temperatura, quindi la tenuta non è paragonabile a metodi aggressivi, ma i clienti vogliono durata. Così ci siamo chiesti: “Come possiamo potenziare i nostri dispositivi con questa consapevolezza, per offrire una linea complementare?”. Abbiamo trovato un buon equilibrio con Chitosan™.
In effetti, io ho un Airwrap™, ma i miei capelli sono molto spessi e ribelli, quindi devo rifare la piega quasi ogni giorno se voglio che siano a posto. Forse la gamma Chitosan™ potrebbe aiutarmi a stressarli meno.
Esatto, devi assolutamente provarla.

“Guardiamo sempre avanti”

Quali sono state le maggiori sfide nello sviluppo di prodotti di styling coerenti con la filosofia ingegneristica Dyson?
È stato davvero divertente. All’inizio ho messo giù una lista di 10-12 problemi che, secondo me, riguardano i prodotti di styling. Uno dei principali è il dosaggio: spesso si spreme un flacone o si preleva il prodotto con le dita, e la piega poi viene male perché non sai quanto prodotto devi usare. Ho spiegato questa questione agli ingegneri, e loro hanno sviluppato un dosaggio di precisione. Con i prodotti Chitosan™, ogni dose è identica. Così hai la tua formula predefinita e non devi più preoccuparti di nulla.
Poi volevamo ingredienti simili a quelli per la skincare, perché – come dicevamo – la salute del capello è tutto. Volevamo assicurarci che la formula fosse ricca, ma facilmente applicabile su ogni ciocca, senza formare grumi. Abbiamo sviluppato quattro varianti per i diversi tipi di capello, perché ad esempio, chi ha capelli di tipo 1, più fini e lisci, ha bisogno di un prodotto meno idratante o rischia che i capelli si affloscino.
Inoltre, il prodotto è ricaricabile – una vera passione per i nostri ingegneri, perché l’ingegneria di per sé è sostenibilità.
Come si influenzano a vicenda innovazione tecnologica e ingredienti nella vostra visione del beauty?
A dire il vero, sono gli ingredienti a influenzare molto le nostre scelte tecnologiche. Ma questo riguarda il futuro… Ne riparleremo, al momento ci piace mantenere un po’ di mistero.
Certo. La collezione Jasper Plum sta per essere lanciata: più che una nuova colorazione, è una celebrazione dell’espressione di sé. Cosa rappresenta per Dyson Beauty e perché legarla alla Festa della Mamma?
Abbiamo un bellissimo laboratorio CMF (Colori, Materiali e Finish) e i nostri specialisti volevano creare qualcosa che celebrasse la forza delle donne. Il colore della pietra diaspro simboleggia forza, potere interiore e pace. È da lì che siamo partiti.

E come migliorano l’esperienza della bellezza quotidiana elementi sensoriali come colore e texture?
Il colore ha un ruolo emotivo molto importante in Dyson. Lo usiamo per evidenziare la tecnologia, i punti chiave. A volte sono pulsanti, piccoli dettagli che aiutano l’utente a capire come usare il dispositivo e dove si trova la tecnologia.
Un esempio è il Dyson Supersonic Nural™. Se guardi il primo Supersonic, l’Original, la parte rosa è diventata trasparente nel Nural™, per mostrare i fili, la connettività e l’intelligenza interna. Si chiama “Nural” per richiamare percorsi neurali del nostro cervello, poiché il modello ha una vera e propria “intelligenza”: si regola in base alla distanza dai capelli grazie a sensori “time-of-flight”. Volevamo che l’esperienza visiva riflettesse questa intelligenza. Per noi, materiali, design, colori sono fondamentali: tutto ha una ragione d’essere.
Il Nural™ è bellissimo, sembra un’astronave!
Sì, è davvero molto potente. Sai, abbiamo lanciato il Supersonic™ nel 2016, e il Nural™ è stato il nostro primo update, perché la macchina è così solida ed essenziale che non avevamo davvero mai avuto la necessità di modificarla. In ogni caso, questo era un livello di intelligenza che pensavamo potesse essere interessante raggiungere.
Tutto ciò che fa Dyson deriva da una profonda riflessione: dietro ogni scelta c’è un motivo. Il Nural™ richiama il Dyson originale, perché quando Dyson lanciò la sua prima aspirapolvere, il DC01, aveva un serbatoio trasparente. All’inizio, quando James lo mostrò ai rivenditori, loro dissero: “Nessuno vorrà vedere lo sporco e la polvere”. In realtà, oggi è una delle caratteristiche più amate dei nostri prodotti. È tutta una questione di trasparenza e onestà, secondo me, ed è un fenomeno davvero interessante.
Come hai detto prima, la sostenibilità è un valore fondamentale per il brand, con flaconi ricaricabili ed elementi riciclabili che lo caratterizzano. In che modo questo si allinea con la visione a lungo termine di Dyson nel settore beauty?
Sì, per noi la sostenibilità è tutto. Vogliamo creare cose che abbiano senso, che siano complementari ai nostri dispositivi. È interessante perché ci curiamo della sostenibilità in molti ambiti diversi; per esempio, sembra non c’entrare niente col resto, ma in realtà abbiamo delle fattorie. James è appassionato di cibo e di ecosistemi sostenibili, infatti abbiamo fattorie con un ecosistema di riciclo al 100%. Lì, i digestori anaerobici prendono tutti i rifiuti e li convertono in fertilizzante o gas, che poi viene reimmesso nel terreno. E poi coltiviamo, raccogliamo e ricicliamo. Quindi, usiamo le fattorie come “campi di prova” per tutte le nostre invenzioni: studiamo robotica, pulizia, filtri, potenza, aspirazione, e possiamo effettivamente testarle in situazioni reali come la fattoria. Questo concetto di invenzione, sostenibilità, ingegneria essenziale è davvero affascinante.
Oggi, il settore del beauty tech è più competitivo che mai. Come fa Dyson a restare al vertice, e tu come trovi l’ispirazione?
Penso che per noi si tratti sempre di guardare avanti. Ci prendiamo il nostro tempo, e creiamo prodotti rivoluzionari quando ha senso lanciarli sul mercato, quando sono pronti e si è sicuri che mantengano le promesse. E poi non abbiamo la qualità: se hai un Supersonic™ del 2016, per esempio, probabilmente lo stai ancora usando ed è efficiente come il primo giorno. È questo il nostro orgoglio: qualità, inventiva e uno sguardo sempre rivolto al futuro.

“Tutto ciò che fa Dyson deriva da una profonda riflessione: dietro ogni scelta c’è un motivo.”
Cosa ti entusiasma di più riguardo al futuro del beauty e al ruolo di Dyson nel definirlo?
Beh, siamo sempre molto onorati dalle reazioni positive che riceviamo dai consumatori. E se ci pensi, c’è questo ciclo infinito di feedback che riceviamo principalmente tramite i social, quindi non finiranno mai i problemi da risolvere. Sai, è questo che ci alimenta, quella lista in continua crescita. È questo che mi entusiasma.
Qual è stato il più grande ostacolo che hai dovuto superare nel tuo percorso?
Bella domanda. Come molte donne, sono una mamma lavoratrice, ho cresciuto due figli, e questa è sempre una questione di trovare il giusto equilibrio e una battaglia, in un certo senso. Ora i miei figli sono cresciuti, e ricevo da loro un meraviglioso riscontro positivo della loro infanzia e adolescenza, quindi tutti gli anni di preoccupazioni e sensi di colpa per aver cercato di gestire entrambi i lati della mia vita si sono in qualche modo risolti. Ora, mia figlia mi manda messaggi tipo: “Mi sto vantando di te a una festa”, e mi vengono le lacrime agli occhi. Lavori così duramente, cerchi di fare del tuo meglio in entrambi i mondi, ti chiedi se sia la scelta giusta, e poi a un certo punto senti questa meravigliosa consapevolezza che i tuoi figli hanno beneficiato dell’avere una madre che cercava di fare tutte queste cose insieme. Credo sia ciò che affrontano la maggior parte delle donne oggi, giusto? E non riguarda solo i figli, ma anche i partner, la famiglia, i genitori.
Certo. E qual è l’ultima cosa che hai scoperto su te stessa grazie al tuo lavoro?
Quanto posso essere agile. Sai, Dyson si muove velocemente. Tutti dicono di essere veloci, ma Dyson lo è sempre di più.
È una di quelle realtà in cui non si dice mai di no. Qualcuno ha un’idea e una settimana dopo è già in fase di sviluppo, perché non stiamo mai fermi. Serve molta energia ed entusiasmo per alimentare tutto questo, ed è una cosa che adoro. Ora, penso che non potrei fare nient’altro – ti abitui a questo ritmo.
Qual è stato, nella tua carriera, il tuo atto di ribellione più grande?
Credo, quando ho lasciato il lavoro. Quando mia figlia aveva due anni e aspettavo il secondo figlio, ho smesso di lavorare. In quel momento sentivo il bisogno di concentrarmi sulla mia vita privata, e ricordo che pensavo fosse una decisione colossale. Nella mia mente era tipo: “È finita. Smetto di lavorare. È tutto finito” ed ero pervasa dal panico.
Quello che ho imparato, invece, è che la vita è lunga – dopo due o tre anni ho deciso di tornare al lavoro, e la mia famiglia stava bene, e sono riuscita a gestire tutto. Quindi il mondo non è finito. Avevo bisogno di vedere entrambi i lati della medaglia per capire cosa funzionasse meglio per la mia famiglia. Tuttavia, uscire da quella porta inizialmente è stato sconvolgente, perché gran parte della nostra identità è intrecciata con ciò che facciamo, e quando scegli di lasciartelo alle spalle, può essere molto destabilizzante. Credo però che mi abbia dato una grande prospettiva sulla vita, e mi ha permesso di tornare nel mondo del lavoro con un approccio diverso, con una visione più forte.
Come riconosce anche Dyson, trovare il tempo per prendersi cura di sé in una vita così frenetica come quella che vive la nostra generazione è una grande sfida, e il brand cerca di aiutarci con i suoi prodotti. Tu come trovi quel tempo? Hai una routine di self-care?
Per me, lavoro e vita personale sono sempre intrecciati – questa idea di equilibrio, o che “una cosa finisce e un’altra inizia” per me non ha molto senso.
È interessante che tu abbia menzionato come Dyson dia fiducia alle persone. Sai, ero una consumatrice prima di lavorare in Dyson, ho comprato il mio primo Supersonic™ nel 2016. Anch’io l’ho guardato e ho pensato: “Oh mio Dio, cos’è questa cosa? Come funziona? E da dove esce l’aria?”. Ma il momento che mi ha cambiato la vita è stato quando ho comprato l’Airwrap™: guardavo con invidia le donne con i capelli perfetti, che mi sembravano sempre così curate. Quando ho preso l’Airwrap™, è diventato possibile anche per me avere quell’aspetto, e il livello di autostima che mi ha dato è stato incredibile. È così che nasce l’amore per un brand, quando un semplice strumento è in grado di darti qualcosa di semplice come una routine efficace che ti fa sentire bene quando esci di casa.
Cosa significa per te sentirti a tuo agio nella tua pelle?
Beh, è una sensazione che deriva dalla fiducia, felicità e dall’equilibrio. Cambia con l’età e col tempo, e migliora e diventa più facile man mano che si va avanti, posso dirlo. Per me significa semplicemente equilibrio e serenità.
Un’ultima domanda. Qual è il tuo posto felice?
Sedermi in terrazzo a bere il caffè con mio marito. Quella routine del caffè del mattino è la cosa migliore che ci sia.

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