C’è una verità che spesso dimentichiamo quando scegliamo quale fragranza indossare ogni giorno: dietro quella nuvola che ci avvolge non c’è solo un naso profumiere geniale, ma un’intera orchestra umana. Che, nel preciso caso di Chanel, è composta da 55 voci emblematiche. 55 destini intrecciati tra i campi di Grasse e i laboratori parigini della Maison, dove ogni giorno si scrive una storia fatta di terra e cielo, di gesti antichi e visioni future.
Joseph, Fabrice, Luciana, Jean-François, Serge, Naïlée, Julien, Jean-Marie, Olivier, Franck, Karine, Thomas, Sandra, Olivier, Sylvie, Irène, Aïssata, Vincent, Nathalie, Claire, Laurent, Erwan, Samuli, Fanny, Medrick, Alexandre, Manon, Virginie, Djamel, Julie, Giacomo, Sophie, Danielle, Paulo, Hui, Jean, Hiroki, Sophie, Claire, Blandine, Marie-Laure, Patricia, Cécilia, Tobias, Louise, Laurent, Jamal, Caroline, Nadine, Karine, Baptiste, Caroline, Colette e Émilie.
Sono loro i guardiani invisibili di una leggenda profumata. E Chanel ha deciso di dar loro voce, letteralmente, attraverso un progetto che celebra l’eccezionalità di una filiera completamente integrata, dove ogni mano conta, ogni sguardo osserva, ogni cuore batte all’unisono con i fiori.




La terra che racconta: Grasse
Tutto inizia qui, in questa terra baciata dal sole mediterraneo e accarezzata dal vento, dove da oltre tre secoli si coltivano piante da profumo. Grasse non è solo un luogo geografico: è un’emozione cristallizzata nel tempo, la culla della profumeria francese, il punto zero da cui è partita la storia del N°5.
Era il 1921 quando Ernest Beaux scelse il gelsomino di Grasse per comporre quello che sarebbe diventato il profumo più iconico del mondo. Un secolo dopo, quella scelta continua a riverberare nei campi che si estendono per 30 ettari, dove crescono cinque piante da profumo: il gelsomino di Grasse, la rosa di maggio, il geranium rosat, la tuberosa e l’iris pallida. Cinque raccolti eccezionali, riservati esclusivamente ai profumi CHANEL. “Si corre il rischio di rovinare tutto, se non ci si prende il tempo necessario per capire le piante. Bisogna osare, provare, guardare a lungo termine”, racconta Fabrice Bianchi, una delle voci che custodiscono questo patrimonio.
Ed è una filosofia che permea ogni aspetto di questa collaborazione straordinaria.





Una storia di famiglia, una promessa di futuro
Nel 1987, per iniziativa di Jacques Polge, Chanel sigla una collaborazione inedita con la famiglia Mul di Pégomas, i maggiori produttori di fiori della zona. È l’inizio di una storia di fiducia, un’amicizia che si fa sempre più forte con il passare degli anni, assicurando la perennità del raro patrimonio di Grasse.
È una conoscenza viscerale, tramandata da cinque generazioni, un patrimonio leggendario ereditato dal bisnonno che Joseph ha preservato gelosamente e con orgoglio. Due famiglie, un’unica visione: salvaguardare questo patrimonio e impegnarsi per l’avvenire, coltivando la differenza in un’ottica di continuità.




Il ritmo delle stagioni scandito dai fiori
Nei campi di Chanel, il tempo non scorre come altrove.
Qui il calendario è dettato dai fiori, dai loro cicli immutabili eppure sempre sorprendenti.
A maggio, ad esempio, è il momento della rosa, dai petali delicati che sbocciano e appassiscono in fretta. Un chilo di rose equivale a 350 fiori e ogni persona ne raccoglie 5 chili all’ora. Una volta giunti nella fabbrica tra i campi, i sacchi vengono pesati prima che i fiori appassiscano. Sono 50.000 le piante di rosa coltivate, e servono 400 chili di rose per produrre un solo chilo di concreta, che a sua volta darà 600 grammi di assoluta.
Tra agosto e ottobre invece, quando la notte cede il passo all’alba, troviamo il gelsomino di Grasse, fiore emblematico della città. Ogni fiore richiede una grande manualità, una maestria che si acquisisce solo con gli anni. Poi inizia l’alchimia: l’estrazione con solventi, l’evaporazione, la nascita della concreta, che racchiude tutta la potenza olfattiva dei fiori. E quella concreta, a sua volta, produce 550 grammi di assoluta di gelsomino, il liquido estremamente concentrato che Olivier Polge utilizza nelle formule dell’Extrait del N°5.
Dalla coltivazione della pianta sino alla sua trasformazione in concreta e in assoluta, la tracciabilità è al centro della collaborazione tra Chanel e la famiglia Mul, che condividono la stessa vocazione: produrre i fiori più profumati e garantire la medesima qualità oggi come ieri e, soprattutto, come domani.




Le 55 voci di Chanel Parfums: l’umanità oltre il progetto
Profumieri e chimici, responsabili del patrimonio della Maison e consulenti, direttori artistici e addetti alla raccolta. Indossano camici bianchi o stivali infangati. Lavorano in laboratorio o in un campo di fiori. Si occupano della fase di estrazione o di creazione, della sostanza o della forma.
Sono 55 voci che contribuiscono, con passione e precisione, a perpetuare una leggenda in continua evoluzione. Ogni giorno è una sinfonia di gesti esperti, idee condivise e materie prime sublimate. Ogni fragranza Chanel è il frutto di un lavoro collettivo e integrato, portato avanti tutto l’anno da donne e uomini d’eccezione. E proprio Chanel ha voluto mettere in luce questa catena del valore umano, unica nel suo genere: attraverso le loro 55 voci, la Maison celebra ogni persona e ogni professione che costituiscono l’eccezionale savoir-faire dei profumi Chanel.
Scoprendo la loro quotidianità, la stagione che più li emoziona, l’aspetto più tecnico del loro lavoro, lo strumento che non può mancare, il primo ricordo che li lega alle fragranze Chanel, diventiamo a nostra volta parte della storia di questi profumi leggendari, arrivando così a comprendere che dietro ogni vaporizzazione di N°5 c’è un universo di dedizione, competenza e amore per il proprio mestiere. Tutto da scoprire.



Da Grasse A Parigi: l’asse della creatività
I profumi Chanel si scrivono da oltre 100 anni, lungo un percorso che da Parigi conduce a Grasse e da Grasse ritorna a Parigi, in un dialogo continuo tra la creatività urbana e la sapienza della terra. Sono oggetti del desiderio e di fascino, diventati nel corso del tempo vere e proprie icone, che racchiudono immagini, suoni, riferimenti e, soprattutto, una moltitudine di abili talenti. È una storia di ieri, di oggi e di domani, fatta di gesti e di nasi, di una creatività che non conosce limiti e di un eccezionale savoir-faire integrato.
Le 55 voci di Chanel Parfums sono così la testimonianza di un impegno che va ben oltre la creazione di un profumo: sono la salvaguardia di un patrimonio, la trasmissione di un sapere, la promessa di una bellezza che continua a fiorire per le generazioni future. Queste voci ci ricordano una verità fondamentale: la bellezza nasce dalla collaborazione, dall’incontro tra competenze diverse, dal rispetto reciproco tra chi lavora la terra e chi compone formule in laboratorio.
Non c’è il N°5 senza Joseph Mul che conosce ogni stagione dei suoi fiori. Non c’è il N°5 senza le mani delle raccoglitrici che ogni mattina, all’alba, si chinano sui gelsomini con gesti millenari. Non c’è il N°5 senza Olivier Polge che traduce quell’assoluta in un accordo olfattivo perfetto. E non c’è il N°5 senza tutti gli altri collaboratori, anche quelli di cui non conosciamo i nomi ma che sono altrettanto essenziali.
Si ottiene così una catena del valore pervasa di creatività, eccellenza e passione, dove ogni anello è indispensabile, dove ogni voce conta. Perché in fondo, come ama dire Joseph Mul, ogni fiore è una stagione. E ogni profumo è un coro.


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